
### Irene Pellizzone
##### Come la corte costituzionale ha declinato il diritto all’autodeterminazione delle persone con disabilità?
La corte costituzionale ha cercato di intervenire in ambito di libertà di autodeterminazione anche delle persone con disabilità
con disabilità in modo progressivo.
Infatti è vero che la Corte Costituzionale che come sapete ha il compito di valutare se le leggi rispettano o meno la Costituzione ha in alcuni casi costituito un faro molto importante, però diciamo che dobbiamo essere consapevoli che rispetto alla tematica oggetto di questo convegno e quindi l'identità delle persone con disabilità, ==lo sviluppo della persona umana== nel caso di persone con disabilità meritano uno sguardo molto profondo che mette comunque in evidenza come il cammino sia iniziato, il cammino sia in corso ma sia ancora molto lungo.
Dobbiamo riconoscere che la nostra Costituzione tutela la libertà del proprio corpo, ma diciamo
==rispetto alla tutela dell'autodeterminazione non c'è una specifica previsione costituzionale==.
L'articolo 2 della Costituzione tutela i diritti inviolabili della persona umana e l'articolo 3 della Costituzione dice che la Repubblica è chiamata a rimuovere gli ostacoli di ordine
economico-sociale che limitano di fatto lo sviluppo della persona umana. Però bisogna riconoscere, essere consapevoli che queste due norme sono norme fondamentali al centro del nostro disegno costituzionale, ma che ==sono norme comunque in un certo senso talmente di principio che sono state utilizzate in modo stemperato==.
C'è anche da dire ovviamente che la sfida della...
L'utilizzo della Costituzione in questo ambito è molto molto alta e complessa. Quindi diciamo che ==la Corte Costituzionale spesso ha utilizzato lo sviluppo della persona umana che è tutelato dall'articolo 3 della Costituzione in modo quasi come un supporto, ecco un'argomentazione di supporto, quando c'erano altri argomenti per riuscire a tutelare il diritto delle persone con disabilità==.
Ciò non toglie che ci possano essere alcuni casi significativi che vi volevo citare. Prima di tutto devo ricordare anche che il diritto alla libertà di autodeterminazione, all'identità, allo sviluppo della persona umana fa fatica a avere mordente in tutti gli ambiti, non solo in quello delle persone con disabilità.
Io ho fatto una ricerca un po' sommaria che però mi sembra significativa e ho cercato di verificare in quanti casi la Corte Costituzionale abbia utilizzato le parole sviluppo della persona umana.
Su 21.789 sentenze è avvenuto in 72 sentenze, di cui solo 29 come argomento centrale
e di queste 29, 13 dopo il 2000. Quindi forse questo argomento sta assumendo un pochino più di significato. E questo mi sembra un dato positivo.
È difficile poi fare un'analisi complessiva perché comunque le sentenze riguardano, come vi accennavo, diversi ambiti della nostra vita, della nostra esistenza. Però ecco, volevo sottolineare come in alcuni casi ==il tema dello sviluppo della persona umana, sia emerso proprio in relazione ai diritti delle persone con disabilità==. Un primo esempio che vi voglio fare, riguarda i criteri di assegnazione degli alloggi pubblici per le persone che risiedono in Abruzzo.
Infatti era stata prevista da una legge regionale come criterio per dare un punteggio alla residenza stabile in quella regione. E la Corte Costituzionale ha ritenuto che quel criterio, cioè il numero di anni in progresso di residenza non fosse significativo perché non rappresentava né in modo soggettivo né in modo oggettivo un bisogno della persona e ha sottolineato che il pieno sviluppo della persona umana e da questo punto di vista invece la condizione della disabilità naturalmente costituisce una caratteristica che dà adito a un bisogno.
==La Corte Costituzionale dice che il pieno sviluppo della persona umana è la bussola che deve orientare l'azione del legislatore sia statale sia regionale==.
Un'altra sentenza che mi sembra significativa riguarda invece un altro istituto completamente diverso cioè la detenzione domiciliare delle madri e dei padri che sono stati condannati e che possono beneficiare di questo istituto. Quando sono conviventi con un figlio portatore di handicap totalmente invalidante. Anche qui la Corte Costituzionale ha esteso la detenzione domiciliare per consentire appunto alla madre e al padre condannato di poter avere questo beneficio per poter convivere con il figlio e la figlia che appunto la legge definisce come potenziale.
==La Corte Costituzionale molto attenta proprio alla tutela delle relazioni della persona con disabilità anche all'interno della famiglia ci dice che la possibilità di concedere **alla madre** detenuta la detenzione domiciliare quindi a casa è funzionale all'impegno della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona con disabilità==.
Un'altra che vi volevo ricordare molto molto brevemente riguarda invece il tema di congedi straordinari di natura lavorativa. Anche in questo caso la Corte Costituzionale si occupa di questi congedi straordinari in relazione a situazioni di famiglia all'interno della quale vi è una persona con disabilità che giustifica l'esigenza e dice la Corte Costituzionale che ==il diritto della persona con disabilità di ricevere assistenza nell'ambito della sua comunità di vita rappresenta il fulcro delle tutele finalizzate a rimuovere gli ostacoli suscettibili di impedire il pieno sviluppo della persona umana==.
Cambiando invece completamente ambito, secondo me può essere forse significativa proprio per il valore che viene dato allo sviluppo della persona umana un'altra sentenza, la 141 del 2019, in tema di aiuto alla prostituzione.
Perché in questo caso, che non ci interessa per l'argomento, la Corte Costituzionale compie un passaggio che invece secondo me ci interessa per il rilievo che viene dato proprio alla libertà di autodeterminazione in ambito sessuale al rapporto tra sviluppo della persona umana e libertà di autodeterminazione anche in una materia delicata come quella della libertà sessuale.
Non abbiamo tempo di soffermarci su quella sentenza. Perché richiederebbe troppe riflessioni. Però ve la volevo segnalare per questa parte in cui incidentalmente la Corte sottolinea l'importanza della libertà di autodeterminazione in correlazione con lo sviluppo della persona umana.
Direi che da questa analisi un po' rapsodica che però ha cercato di coprire tutta la giurisprudenza più recente, purtroppo non mi sembra che emergano dei dati particolarmente confortanti. Però devo dire che laddove è possibile la Corte Costituzionale valorizza lo sviluppo della persona umana.
Forse non esattamente ancora con quella rivoluzione attenta proprio allo sviluppo dell'identità personale che invece è emersa da questo interessante progetto.
E da questo punto di vista volevo solo ricordare come in realtà lo sviluppo della persona umana sia qualcosa di utilizzato un po' come una stampella
per rendere retoricamente più importanti le motivazioni della Corte. Questo è anche apprezzabile.
Se guardiamo invece alla giurisprudenza extra costituzionale, la giurisprudenza dei tribunali ordinari e amministrativi, vi volevo citare un report che è stato sviluppato dalla mia università in modo particolare dalla professoressa Marilisa D'Amico e coordinato, proprio specificamente questo spicchio di ricerca dal professor Giuseppe Arconzo, che sono esperti delle tematiche dei diritti delle persone con disabilità all'interno di un progetto finanziato dal [[PNRR]] ==Human Hall==.
Infatti uno degli obiettivi perseguito da questo progetto è quello di creare un ==osservatorio permanente sulla giurisprudenza in tema di diritti delle persone con disabilità. Un osservatorio giuridico permanente==. E all'interno di questo osservatorio è uscito il primo report semestrale che analizza la giurisprudenza dal primo gennaio al 30 giugno 2023.
Hanno analizzato appunto circa oltre 300 pronunce e devo dire che qualche dato positivo forse c'è. Diciamo che il report sottolinea come la maggioranza delle pronunce sia nell'ambito scolastico e quindi con un certo disappunto si osserva come ma ce n'è ancora bisogno. E evidentemente sì.
E poi volevo segnalarvi un caso che mi sembra interessante nell'ottica dello sviluppo della personalità di cui ci occupiamo in questo convegno grazie a questa interessante mostra. Un’ordinanza del Tribunale di Verona del 2023 in cui vengono condannati condannati gli organizzatori e gestori dell'Arena di Verona per condotta discriminatoria in quanto non avevano garantito la fruibilità di un concerto extralirico svoltosi dentro l'anfiteatro. Ma attenzione:avevano garantito l'accesso. Forse è un caso che vi è già noto. Ma non avevano garantito la possibilità di poter guardare il palco su cui si esibivano gli artisti. Proprio nell'ottica dello sviluppo della personalità io penso che questa sia una sentenza molto molto importante molto molto apprezzabile che segna come dire un punto positivo.
Ecco poi anche la giurisprudenza sul [[Progetto di Vita individuale personalizzato e partecipato]] amministrativa è una giurisprudenza interessante su un tema molto molto importante, e quindi anche questo a mio modo di vedere è un punto a favore speriamo dell'inizio ripeto di un diverso e ulteriore modo di contribuire ai diritti delle persone con disabilità anche perché attraverso diciamo così lo sviluppo della personalità anche in ambiti diversi dalla scuola dal lavoro e dalla famiglia può essere probabilmente un formidabile strumento di comunicazione delle persone con disabilità.
### Haydee Longo
Parlando di auto di autodeterminazione non possiamo assolutamente dimenticare la questione lavoro. Proprio ieri sono usciti dei dati purtroppo illuminanti della ==dicop jointlly== che ci dicono che
- in Italia sono 3 aziende su 10 hanno delle figure dedicate all'inclusione lavorativa delle persone con disabilità
- il 60% delle aziende preferisce pagare le sanzioni piuttosto di essere in regola su questo tema
- il 92% addirittura non ricorre nemmeno ai fondi nazionali e regionali previsti
Quindi io mi rivolgo all'avvocata Haydee Longo che è presidente della consulta del comune di Milano per le persone con disabilità con due questioni:
- Che cosa manca ancora su questo fronte?
- Ci sono delle pratiche positive a cui possiamo un po' ispirarci che oggi possiamo raccontare?
> Grazie per questa domanda perché mi permette di aprire una voragine che io ho dentro tutti i giorni che finalmente posso condividere con voi
Abbiamo l'impianto normativo più invidiato in tutta l'Europa rispetto ai diritti e ai doveri che lo Stato italiano ha voluto mettere in piedi per garantire alle persone con disabilità una certa autonomia, soprattutto nel campo lavorativo.
Abbiamo la [[Legge quadro 104-1992]] che ci invidiano tutti e che tutela anche i caregiver, quindi ha fatto un passo in più fondamentale.
Abbiamo la [[Legge 68-1999]] che impone alle aziende di includere determinate quote di persone con disabilità e sono tra l'altro le quote più alte al mondo, tra tutti i paesi che hanno scelto di introdurre un sistema di quote a livello di normativa sull'inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
Abbiamo avuto nel 2018 un'altra legge che ci ha chiesto di includere le persone con disabilità nel 2017 e nel 2015 l'ingresso del [[Disability Manager]], una persona il cui lavoro, la cui professione, la cui attività e i cui obiettivi sono dedicati all'[[inclusione lavorativa]] delle persone con disabilità. Non solo all'inclusione tra l'altro, ma a gestire tutto il percorso di carriera, a promuoverne lo sviluppo professionale, a promuovere quello che è l'avanzamento del percorso lavorativo della persona con disabilità e a supportare soprattutto le aziende nel fare in modo che questa persona possa avere un'attività.
E che queste possano beneficiare dei tanti strumenti che le nostre normative hanno introdotto e prevedono per le aziende, perché le aziende vanno anche supportate in questo percorso.
Non mi stupiscono i dati che abbiamo letto prima, noi tra l'altro, io sono anche disability manager oltre che avvocata, con l'associazione che ho fondato qualche anno fa,
con qualche collega, stiamo proprio facendo una ricerca volta a ==mappare tutti i disability manager== che abbiamo e capire da dove vengono, in quale ambito operano, qual è la loro attività professionale nel day by day, se hanno questo ruolo on top di altri che già svolgono all'interno dell'azienda della pubblica amministrazione oppure se invece è un ruolo esclusivo e i dati ci riportano una situazione in cui, c'è ancora tantissimo da fare.
#### Cosa manca?
==Manca l'attuazione, manca la cultura, manca spesso un modo di scrivere le leggi in modo che vengano attuate==, io prima o poi farò un convegno solo su questo, su come vengono scritte le leggi che riguardano i diritti delle persone con disabilità. Ne parlavo proprio l'altro giorno con alcuni componenti della consulta, ci confrontavamo, sono leggi spesso etere, sono leggi che impongono un'inclusione che non viene spesso specificata nel dove, come, quando e perché e sono leggi che soprattutto introducono obblighi che poi non vengono supportati da sanzioni, da sistemi di controllo.
Perché questo? Perché manca la cultura, ==mancano le persone con disabilità laddove le leggi si fanno==. Manca un mainstreaming, manca una visione su tutto quello che è il percorso. Lisa Noja è stata deputata alla Camera, e può, penso, testimoniare tutta la fatica che c'è per fare introdurre un interesse e per fare introdurre degli obiettivi nei piani legislativi che riguardino la disabilità e che non vengano solo dall'iniziativa di un singolo, l'attenzione di un momento, una circostanza specifica, ma che proprio riescano ad avvolgere tutto il sistema.
#### Buone prassi
Qualche buona prassi la possiamo trovare, sicuramente anche questa iniziativa di [[Regione Lombardia]], per esempio, sulla [[Disabilità/Diritti e Disabilità/Vita indipendente]], sul progetto di vita, è sicuramente un primo passo. Il [[progetto di vita]], finora, purtroppo, spesso ha dimenticato la parte del lavoro. Oggi come oggi, sicuramente, porre maggiore attenzione su il coinvolgere anche la persona da un punto di vista di attore principale, persona veramente protagonista, e veramente capace di svolgere e portare avanti quel principio sacrosanto che è nulla su di noi senza di noi. di essere ascoltato, di poter dire la sua, per avere un progetto di vita che sia davvero un progetto di vita a 360 gradi è sicuramente un primo passo.
Altre sicuramente buone prassi le possiamo riscontrare laddove un disability manager viene assunto, per esempio, ed è capace di esercitare un potere, è capace di avere una posizione di un certo rilievo all'interno dell'azienda, ed è soprattutto capace di supportare la persona. Dei casi sicuramente ci sono.
Abbiamo comunque un'attività legislativa che sta andando in tante direzioni e sta sicuramente aiutando a modificare la cultura che abbiamo nel paese con la disabilità.
Io ho avuto la fortuna e il privilegio di lavorare su una legge che è stata stampata proprio recentemente sulle donne con disabilità e il rientro al lavoro dalla maternità. E' stato un bellissimo momento per concentrarci proprio su chi in questo caso, e Lisa Noja lo sa bene, è particolarmente vulnerabile, particolarmente escluso dall'attività lavorativa. Che proprio sono le donne. Quindi sicuramente qualche speranza per il futuro l'abbiamo. Certo bisogna lavorare sodo e spero che con [[Regione Lombardia]] si possa attuare un po' questo cambiamento anche considerando il peso enorme che ha la Regione rispetto al lavoro in generale sul nostro paese.
### Alessandro Manfredi
- Le leggi ci sono, anche se con qualche criticità come è emerso alla scorsa live con Haydee Longo. Ma poi manca la concretezza, manca il passo finale, l’attuazione sul piano locali, soprattutto nelle province.
- Flora Casalinuovo, giornalista che ha fatto da moderatrice dell’evento ha definito te e il prossimo ospite delle “sentinelle”. Ti riconosci in questo ruolo? Hai voglia di raccontarci quali attività e progetti animano [[Disabilità/Diritti e Disabilità/Ledha]]?
- Quando si parla di [[Disabilità/Diritti e Disabilità/Vita indipendente]] il ruolo di Ledha è particolarmente significativo perché ha partecipato alla stesura della [[Legge 25-2022 Regione Lombardia]], che è sembrata anche un po' una sorta di prova generale della famosa [[Legge Delega 227-2021 sulla Disabilità]]
- Come si può fare per collaborare e partecipare all’interno di Ledha?
- ~~Quali sono le principali attività e progetti in corso?~~
- Quali sono gli strumenti a cui possono far riferimento le cittadine lombarde per restare aggiornati sugli sviluppi politici di regione e sulle iniziative di Ledha? Come possono attivarsi per prendere parte al cambiamento?
#### Cosa manca per dare concretezza a queste leggi?
Sì, è stato detto che appunto il nostro paese, ma in modo particolare anche la regione Lombardia, ha una legislazione che è molto avanzata, una delle più avanzate in Europa.
In modo particolare il fatto che la regione Lombardia si è dotata appunto di questa legge recente, richiamata dal presidente Romani, ma è stata richiamata anche in diversi interventi, la [[Legge 25-2022 Regione Lombardia]].
È un elemento che ci pone all'avanguardia, insomma, anche nel nostro paese. Da questo punto di vista abbiamo anticipato anche la legge nazionale sulla disabilità e i decreti che stanno per essere emanati, a cui ho fatto riferimento anche prima nel suo intervento, la ministra Locatelli. Sono, diciamo così, elementi e riflessioni che sono partiti sostanzialmente da una considerazione, insomma. Appunto veniva ricordato che come [[Disabilità/Diritti e Disabilità/Ledha]], siamo stati sostanzialmente i promotori di questo progetto di legge, perché voglio ricordare appunto che questo progetto è partito da una riflessione fatta proprio all'interno della nostra associazione, in cui proprio ragionando anche sul sistema di [[welfare]] che è presente nella nostra regione. Un sistema che prevede molti servizi per le persone con disabilità (davvero efficienti?), insomma, ci sono tanti spunti che sono nati grazie proprio all'impegno e al protagonismo del mondo della disabilità, del mondo dell'associazionismo, insomma. Che però non hanno dentro questo elemento principale, insomma, il discorso dell'inclusione proprio, insomma, che è l'elemento principale, l'elemento più importante, che tra l'altro viene proprio da un aspetto che è sottolineato in modo particolare dalla [[Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità]].
Manca questo aspetto, se c'è, riguarda alcune persone,l
L'inclusione o è per tutti o non è. E quindi noi proprio ragionando, partendo da questa riflessione, abbiamo pensato di farci promotore di una legge che abbia proprio come obiettivo questo di realizzare l'inclusione di tutte le persone con la disabilità attraverso un percorso che porti alla vita indipendente delle persone con disabilità. Questo qui è l'obiettivo. E' l'obiettivo principale che noi ci prefiggiamo, insomma.
E questa legge, all'interno, molti elementi importanti, alcuni dei quali che erano già presenti, anche le leggi precedenti, perché si è fatto riferimento anche in diversi interventi al discorso del progetto individuale,
che adesso è un [[Progetto di Vita individuale personalizzato e partecipato]], come viene definito anche nella legge 25, ma anche nella normativa nazionale, appunto, la [[Legge Delega 227-2021 sulla Disabilità]].
> E' il discorso della [[valutazione multidimensionale]], che noi vediamo come uno strumento che ==deve servire per far esprimere alle persone con disabilità, a tutte le persone con disabilità, quelli che sono i loro bisogni, le loro preferenze, i loro desideri==, insomma, perché un percorso di vita indipendente deve basarsi soprattutto su questo. Deve essere costruito partendo, appunto, dai bisogni, dalle necessità, dai desideri delle persone con disabilità, insomma.
Ci sono molti elementi importanti, ci sono strumenti che vengono normati da questa legge, penso in modo particolare, faccio riferimento all'assessore Lucchini nel suo intervento, i [[Centri per la Vita Indipendente]] che devono sostenere, appunto, questo percorso di vita indipendente.
Ma poi ci sono alcune altre questioni che dovranno essere affrontate, penso all'[[assistente personale]], penso alla necessità anche di rivedere di tutto il sistema, delle unità di offerta [[PUA]], il cui ruolo deve essere indirizzato proprio al sostegno, prima di tutto, del percorso di vita indipendente delle persone con disabilità.
Ci sono tanti elementi importanti, innovativi, che devono essere applicati, insomma. E qui rischia, come si dice, di cadere l'asino. E noi non vogliamo che questa legge su cui abbiamo lavorato molto, ci siamo molto impegnati, insomma, ma anche tutto il [[Consiglio regionale (Regione Lombardia)]] è stato impegnato.
Perché, ve lo ricordava prima il Presidente Romani, è una legge che è stata approvata all'unanimità da tutto il Consiglio regionale.
#### Cosa stiamo facendo?
Ecco, noi non vogliamo che questa legge resti anch'essa lettera morta. Quindi cosa stiamo facendo?
Noi stiamo sviluppando a livello regionale un percorso, lo stiamo facendo noi come [[Disabilità/Diritti e Disabilità/Ledha]] direttamente, ma anche in collaborazione con [[FAND]], l'altra federazione delle associazioni nazionali della disabilità, qui è presente anche questo impegno col Presidente Colli dell'Ente Nazionale Sordi, che è un rappresentante di questa associazione assieme a diversi suoi collaboratori, insomma. Con FAND, stiamo facendo un percorso che porta questa legge in tutte le realtà della [[Regione Lombardia]]. (ambiti territoriali)
È un percorso che si è andato in ==obiettivo di realizzare nell'arco di due o tre anni==, però di toccare tutte le realtà della Regione Lombardia a partire dagli ambiti,
territoriali, quelle che costituiscono i riferimenti per i [[Piani di Zona]] per fare in modo, prima di tutto, di far conoscere la legge.
Mettere in evidenza i propri elementi qualificanti, gli elementi qualificanti di questa legge.
Raccogliere anche quelle che possono essere le perplessità, le riserve, perché parlare di [[Disabilità/Diritti e Disabilità/Vita indipendente]] di persone con disabilità è una sfida.
Prima qualcuno faccia riferimento alla necessità anche di un percorso di crescita. C'è bisogno anche di un fatto di questo genere, insomma. E noi nel percorso che stiamo facendo proprio ci poniamo questo obiettivo, stimolando anche riflessioni, osservazioni, perplessità, di fare in modo appunto che cresca una coscienza sul fatto che questo della vita indipendente deve rappresentare veramente il prossimo obiettivo per la vita delle persone con disabilità.
Questo qui è, diciamo così, l'orizzonte su cui dobbiamo ragionare. Questo richiede appunto un impegno di grande lena che noi stiamo cercando di perseguire e vogliamo portare avanti con grande determinazione. Proprio per evitare che appunto uno strumento importante come questo non cada nel dimenticatoio, non venga messo fra le tanti leggi che restano appunto inapplicate, ma vogliamo fare in modo che possa costituire effettivamente un punto di riferimento, uno strumento concreto per permettere un avanzamento reale.
### Paolo Colli
le scelte personali e il controllo della loro vita. Questa è una cosa assolutamente importante, ce lo dice, non è che non ci siano leggi,
ma c'è la Convenzione ONU del 2006, ratificata anche con la legge 18 del 2009 italiana, che ci inquadra tutta la situazione.
Non c'è inclusione senza autodeterminazione, ma ricordiamoci che le nuove leggi, anche quelle di cui si sta discutendo a livello regionale,
non esauriscono il problema dell'inclusione della persona con disabilità.
Non c'è soltanto la vita indipendente, quindi la scelta della propria abitazione
o di dove vivere da parte del disabile, ma ci sono una serie di cose che vanno continuamente presidiate da noi come associazione. La prima è già stata... La seconda è già stata citata, è quella del lavoro.
Non soltanto, ovviamente, il lavoro che ha regolato la legge 68 del 2009,
ma che non è sufficiente perché la crisi e le crisi che ci stanno toccando
mettono le persone con disabilità in difficoltà ulteriore. Siamo passati dal welfare al warfare. No? No? No? No? No? No? No?
No? No? No? No? Non resta che ci vogliono i centri per l'impiego, ci vogliono il SICI, ci vuole un potenziamento
dei servizi di informazione e autonomia, ci sono una serie di cose che preparano al lavoro. Il lavoro femminile.
Un'altra cosa assolutamente importante, la discriminazione femminile all'interno della disabilità è più grande di quella nella società in generale, quindi chiediamoci alcune cose rispetto a questo.
La seconda cosa è l'inclusione scolastica, è un'altra cosa di cui non abbiamo parlato, è assolutamente importante, è la premessa per ogni inserimento lavorativo e per ogni inclusione, ma prevede una serie di stanziamenti, prevede delle risorse assolutamente importanti.
Non pensiamo soltanto e non soltanto agli insegnanti di sostegno, sono tantissimi, costano tantissimi nel nostro sistema di istituzione, ma abbiamo gli assolutamente importanti.
Gli assistenti che sono gli assistenti per la disabilità grave nell'inclusione scolastica e quindi tutte quelle persone che hanno barrato la necessità dell'assistente, comma 3 per intenderci, che stanno scomparendo, perché abbiamo gli educatori che stanno sciogliendosi come neve al sole
e abbiamo la necessità di averli scomparendo.
Abbiamo bisogno di avere degli assistenti formati, assolutamente, e quindi c'è bisogno che la regione si occupi anche di questo, la regione lombardina è tra le più ricche e abbiamo bisogno anche di iniziare un percorso di questo genere.
Vita indipendente significa anche, oltre ai diritti civili, il diritto all'assistenza, abbiamo parlato dell'assistente personale.
Abbiamo parlato dell'assistente familiare anche. C'è bisogno che vengano stanziati dei fondi perché l'assistente familiare possa essere una figura presente.
Questa è un'altra cosa assolutamente importante.
C'è bisogno del lavoro, su tutte le cose che sono state citate, ma voglio soltanto ridirle, c'è bisogno di città accessibili e inclusive.
Quindi delle città dove non soltanto, evidentemente, vengono abbattute le barriere architettoniche, ma le barriere in generale. Pensate soltanto all'importanza delle barriere della comunicazione.
Per ciechi e sordi sono cose assolutamente importanti, vanno pensate, vanno continuamente.
Pensate che in Lombardia abbiamo una minima parte di comuni che hanno il piano per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Percorso assolutamente importante per rendere accessibile la città, ma che non è stato percorso pur essendo l'indicazione del PEBA oramai vecchia, di almeno 40 anni.
Quindi anche su questo è assolutamente importante. È importante che in ogni nuovo edificio si sia attenti al principio del design universale.
Ogni nuovo edificio costruito deve essere accessibile.
Bisogna che ci siano delle commissioni che ci pensano a questo e che danno permessi di costruzione soltanto quando il design per tutti, il design universale, viene applicato.
L'altro grande problema che si lega, e poi chiudo perché tutto è stato già detto, all'autodeterminazione, è l'attenzione alla qualità della vita percepita del disabile.
La sua autodeterminazione ha come significato? Ha come significato anche il piacere di stare in un posto, non soltanto la scelta di un posto.
E quindi la possibilità di dire la propria su come sono organizzate ad esempio le RSD e le RSA quando parliamo di istituzioni. Ma questa è una cosa assolutamente importante.
Quella della qualità di vita percepita, che è un tema che sta affacciandosi adesso, è assolutamente importante. Rimangono poi tutti i diritti civili e l'autodeterminazione.
L'autodeterminazione politica è un'altra cosa assolutamente importante sulla quale bisogna cominciare a riflettere. Non possiamo sempre e soltanto accompagnare alla cabina elettorale il disabile.
Il disabile deve poter immaginare per chi votare.
C'è bisogno di una formazione, però Anfa ci sta pensando ad esempio da tanto tempo, ma è assolutamente importante anche questo.
L'ultima che dico è la non discriminazione. La non discriminazione all'accesso del mercato immobiliare, per quanto riguarda le persone con disabilità.
E direi, legata a questo, anche la domotica e quindi l'automatizzazione delle abitazioni. Una cosa assolutamente importante sulla quale riflettere, sulla quale ragionare,
perché l'autonomia si raggiunge anche attraverso l'automatizzazione della propria abitazione. Ci sono dei dispositivi che possono essere utilizzati, ma non sono stati utilizzati.
E per gli obiettivi bisogna che qualcuno aiuti le famiglie anche a rendersi conto dei loro bisogni domotici. Tutte le famiglie hanno bisogni domotici.
Chiudo soltanto rivedendo un po', risentendo quello che ho visto e ho sentito dire alla mostra fotografica.
Bisogna ribaltare la narrazione che la bellezza,
La bellezza è una sola e ha soltanto dei canoni. La bellezza ha varie declinazioni e queste declinazioni sono tante quanto sono gli individui che abitano il nostro mondo e quindi quando parliamo di inclusione andiamo anche oltre e parliamo di convivenza.
Ogni disabile deve sentirsi desiderato come un convivente come tutti gli altri nella nostra società e quindi il concetto di desiderio è un'altra delle cose che vanno formate nei cittadini. Grazie.
### Paola Bocci
Consigliere PD in Regione e membro della Commissione Affari Sociali.
Io e Lisa abbiamo anche condotto insieme un panel sulla violenza di genere legata a una serie di cose che sono state
fatte alle donne con disabilità a venire in discorso, proprio perché si parla troppo poco di queste cose.
Non amo particolarmente la parola inclusione, anche se penso che sia il primo scalino, però credo che noi realizziamo veramente un dialogo nel momento in cui c'è integrazione e contaminazione e questo è quello che io ho visto nella mostra, ho visto anche, come dire, il superamento di tanti stereotipi.
Credo che la bellezza sia un canone che forse anche noi dobbiamo imparare a destrutturare un po', perché l'hanno detto in tanti, non è unica, non è unica non solo nei riguardi di chi ha più o meno abilità. Penso anche al tema generazionale, penso che noi abbiamo in mente una bellezza sempre giovane, sempre come dire che rincorre, una giovinezza che magari è passata, quindi che in qualche modo anche in un'età avanzata si proponga come su schemi antichi. E su questo io credo che scuole come la vostra e la sinergia tra quelle che sono persone
con più fragilità e invece la capacità di inventare. Come dire, un modello nuovo, un modello diverso, di moda, di rappresentarsi, ecco perché a un certo punto qualcuno ha parlato, ha detto che **l'esigenza di vestirsi è anche l'esigenza di rappresentarsi**. Io credo che sia anche l'esigenza di essere rappresentati, cioè di essere visti all'interno di un contesto sociale. Quindi io credo che sia stato un bellissimo esperimento di contaminazione proprio per dare modo, per dare forma a questa esigenza di sentirsi visti anche e quindi di sentirsi rappresentati.
#### Che cosa è stato fatto in questi anni qui in Regione e soprattutto che cosa c'è ancora da fare, che cosa ci sarà in programma?
Lo abbiamo detto anche quando abbiamo parlato di violenza sulle donne, io credo che noi non ci dobbiamo accontentare.
Cioè abbiamo visto che siamo andati avanti con norme, norme sempre più inclusive, sempre che più allargano lo sguardo.
Però **le norme senza soldi e senza decreti attuali non servono**.
> Mancano non solo la parte finanziaria, ma la continuità del finanziamento. Queste non possono essere leggi che tappano buchi e che hanno finanziamenti una tantum. Devono avere una programmazione. Una prestazione pluriennale e questo vale per la disabilità in tutte le sue facce.
Il tema del lavoro è un tema enorme, **non si può casualmente con dei progetti estemporanei coinvolgere i centri per l'impiego, deve essere strutturale il loro coinvolgimento**. Deve essere strutturale anche perché, lo abbiamo detto poi più volte, che all'interno delle persone con disabilità, chi soffre di più e casualmente sono sempre le donne e io lo dico ancora di più, sono le donne e sono a volte le donne che superano una certa soglia d'età. Perché ==quando parliamo di **intersezionalità** delle questioni, quando parliamo di considerare delle **fragilità multiple**, dobbiamo considerare una fragilità multipla che è di tipo di disabilità, di tipo anagrafico, di tipo di genere. E io dico anche di territori, perché noi non possiamo avere accessibilità e strumenti nelle città e basta==. [[Regione Lombardia]] è fatta di 10 milioni di persone, la maggior parte delle quali vive in luoghi periferici, non vive a Milano. Quindi noi quando facciamo leggi e quando soprattutto decidiamo come attuare con le leggi, come distribuire le risorse, dobbiamo tenere conto che **==dobbiamo riuscire a dare a tutti le stesse opportunità==**.
Sulla disabilità, ci sono persone abili e meno abili, che abitano in territori più disagiati e più marginali, le persone che hanno una certa età e quindi magari si devono anche occupare di altre disabilità più gravi, perché io sposo tutto quanto è stato detto sulle indipendenze. Però **c'è chi indipendente non lo è e non lo potrà diventare, e avrà sempre qualcuno in casa sua, che sempre in genere è una donna, di cui, che si dovrà occupare di lui. Quindi il tema del [[Caregiver familiare]] è un tema che va finanziato, ma finanziato in modo massiccio, perché altrimenti continueremo con questo disequilibrio**.
Non ci dobbiamo fermare al poter entrare in un luogo, al poter avere accesso ad un luogo di lavoro, al poter avere accesso a un servizio, ma l'esperienza che facciamo in quel luogo di cultura, in quel luogo di lavoro, in quel servizio, deve essere un'esperienza bella. Cioè, il percorso è un'esperienza bella, che provoca **benessere** e quindi **felicità**.
Cioè, quello che noi dobbiamo tendere dovrebbe essere, noi che facciamo leggi istituzionali, è non accontentarci ad un primo gradino di inclusione, ma volere per tutte le persone, soprattutto per chi ha maggiori fragilità. Noi su quello **dobbiamo capire che dobbiamo fare sforzi maggiori. E gli sforzi maggiori, si fanno con i soldi. E con i decreti attuativi e tempestivi**. E questo io credo sia quello che in questo momento manca di più.
### Lisa Noja
Contesto: la consigliera Lisa Noja è stata nella scorsa legislatura la relatrice della famosa [[Legge Delega 227-2021 sulla Disabilità]] di cui durante l’evento si è parlato tante volte.
> Consigliera, a questo tavolo oggi abbiamo sentito tanti spunti, abbiamo sentito tante sfide, abbiamo sentito parlare di cose pratiche, di lavoro, ma abbiamo sentito parlare anche di bellezza, di felicità, di tante cose. Quali sfide vanno accolte per prime?
Allora, grazie, intanto grazie perché è stato un pomeriggio molto arricchente,
io torno a ringraziare davvero anche, se mi consentite, tutta la struttura del [[Consiglio regionale (Regione Lombardia)]] perché si è messa a disposizione e ci ha molto aiutato in questo percorso di allestimento della mostra e di organizzazione di questo evento.
Voglio fare un intervento conclusivo che può sembrare... non tanto politico, però secondo me serve perché è un po' la premessa di quello che serve secondo me perché la politica davvero cambia un po' passo sul tema della disabilità. Sentendo tutti gli interventi io mi sono un po' pentita del titolo che abbiamo deciso di dare al nostro evento perché forse invece che scrive non c'è inclusione senza autodeterminazione, avremmo dovuto scrivere non c'è partecipazione e non c'è autodeterminazione. E lo dico perché la parola che mi ha colpito è la parola ==identità==.
Perché l'identità è quello che fa di ognuno di noi un individuo diverso dagli altri, ma l'identità si forma per l'essere umano solo con l'interazione con gli altri esseri umani. E quindi se una persona non può partecipare alla vita sociale, lavorativa, economica, politica, affettiva, familiare, tutte le declinazioni che voi potete immaginare, fa fatica a individuare la sua identità e fa anche fatica a farla percepire.
E oggi secondo me la politica ha molta difficoltà, nonostante delle ottime leggi, nonostante noi come paese rispetto a questo non ci troviamo. dobbiamo buttare giù, perché io vi dico che ho viaggiato tanto, conosco in prima persona la situazione di tanti altri paesi e noi non siamo un paese così pessimo, come ci raccontiamo, rispetto alla disabilità. Io ricordo sempre che ci sono tantissimi paesi europei che hanno ancora le scuole speciali, ma non paesi, cioè la Francia ha ancora le scuole speciali, tanto per capirci. Quello che secondo me facciamo molta fatica come politica e istituzioni è percepire in maniera profonda, non a parole, io dico proprio nel profondo, nel credere nelle cose che diciamo, che la persona con disabilità è un cittadino che deve poter
partecipare, che ha una sua individualità profonda e ha gli stessi ==desideri== e aspirazioni di tutte le altre.
Mi faccio un esempio di questa difficoltà. Io sono stata relatrice della [[Legge Delega 227-2021 sulla Disabilità]], per me è stata un'esperienza bellissima, perché noi siamo arrivati all'inizio di novembre del 2021 e il governo ci ha comunicato che avremmo dovuto licenziare la legge in tutte
le due camere in un mese, perché da quella approvazione dipendeva una milestone del [[PNRR]]. Ora, quella era una riforma epocale che avrebbe richiesto un anno di lavoro. Io, che ho collaborato molto con la ministra per disabilità, la ministra Stefani, devo dirvi che ho avuto un attimo di panico, perché ho detto, ma in un mese, facendo le audizioni, ci siamo guardate, noi e un gruppo di parlamentari, non voglio fare, forse sarà un caso, ma non è un caso, ma è un caso, e ci siamo guardate, e ci siamo guardate, e ci siamo guardate, e
io mi sono arrabbiata molto, io l'ho detto di tutti i colori al ministro per i rapporti
col Parlamento, oppure provarci. Abbiamo cominciato un percorso molto faticoso, perché voi immaginatevi, avevamo il peso di dire, dobbiamo finire entro un mese, ma dobbiamo
farlo bene, perché è una grande occasione. Siamo riusciti, secondo me, la legge che sicuramente è perfettibile, ha un sacco di difetti, però a mettere dentro alcuni passaggi importanti che non ci sono mai stati nelle norme di legge nazionale, per esempio il riconoscimento che il genere è un elemento di cui tenere conto, che gli uomini con disabilità non hanno gli stessi bisogni delle donne con disabilità, che l'età è un elemento di cui tenere conto, perché un giovane ha delle aspirazioni diverse da una persona che magari diventa disabile,
per l'età. E c'è stato un passaggio in cui c'è stata una discussione, chi era presente
se lo ricorda, abbastanza accesa, su un emendamento che era portato da me come relatrice, ma in realtà che aveva l'accordo di tutti i membri della Commissione, che era volta a dire che
nella redazione del [[Progetto di Vita individuale personalizzato e partecipato]] bisognava prestare tutti i mezzi e gli accomodamenti ragionevoli necessari per consentire alla persona con disabilità di non essere un uomo con disabilità, ==di esprimere la propria volontà nella redazione del progetto di vita indipendente==, cioè di essere un protagonista, un soggetto attivo di quello che era un progetto che la riguardava. Vuoi dire che è una roba scontata? No, perché ci sono persone con disabilità che per tirare fuori la loro volontà hanno bisogno di un accompagnamento, perché hanno difficoltà di comunicazione, perché magari hanno una disabilità cognitiva che quindi ha una particolare capacità di comprendere qual è la volontà di quella persona e quindi questo richiede ovviamente di avere dei servizi adeguati. ==Ci fu una discussione, ripeto, abbastanza accesa tra me e la ragioneria di Stato e il Ministero dell'Economia==, perché mi dicevano che ci dovessero garantire che a costo zero. Scusate, ma noi stiamo facendo una legge sul progetto di vita indipendente. Cioè stiamo prendendo un impegno dello Stato nei confronti dei cittadini con disabilità e il problema è che magari questo potrà costare qualche milione, perché stiamo parlando di poca roba, in un paese che ogni anno distribuisce a pioggia, a casaccio, perché diciamo spesso a casaccio, miliardi di euro. E voi mi state dicendo che noi come Stato non ci prendiamo impegno verso una persona che magari ha una difficoltà di comunicazione ad apprezzare per esempio gli strumenti necessari. E lì ci fu rigurdito, diciamo, di orgoglio del Parlamento, perché naturalmente sostenuta da tutti i gruppi parlamentari. Scusate, noi, l'emendamento io lo presento, poi se ce lo bocciate in aula vi prenderete voi la responsabilità davanti ai cittadini italiani di spiegare che il governo, cadrà il governo, non arriveremo alla maestria del [[PNRR]]. Lo spiegherete voi. E passò quell'emendamento. Però è per dirvi che in quel momento c'era proprio una incomprensione del fatto che quel punto lì era centrale ed era fondamentale, perché sennò era inutile che facessimo la legge.
Cioè io cosa faccio con la legge che dice che devo redigere il progetto di vita indipendente con le persone con disabilità, però poi non mi preoccupo di come queste partecipano. Allora, però ripeto, in quel caso io ho proprio un'impegno. Non c'è la profonda comprensione di che cosa significa nella vita delle persone non dare questi strumenti. Allora io concludo dicendo questo. C'è un passaggio, l'inizio della [[Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità]], il primo proprio, la prima premessa ha un passaggio che secondo me è bellissimo. Perché dice, ==richiamando i principi proclamati nella Statuto delle Nazioni Unite, il Consiglio di Comunicazione e di Comunicazione, che riconoscono la dignità inerente e il valore e i diritti uguali e inalienabili di
tutti i membri della famiglia umana, come fondamento di libertà, giustizia e pace nel mondo==. Io trovo che questo termine, ==famiglia umana==, sia bellissimo. Perché dà proprio il senso
che noi, ed è anche il motivo per cui la Convenzione ONU chiarisce che ==le persone con disabilità non hanno dei diritti speciali, hanno gli stessi diritti fondamentali di tutte le persone, ma hanno bisogno di strumenti==, di strumenti per rinforzare le loro capacità, per rinforzare i loro debiti maggiori per riuscire a esercitarli. Allora, da questo punto di vista io vorrei che per esempio il tema del progetto di vita indipendente, il tema delle leggi anche che noi abbiamo, fosse percepito naturalmente come un dovere nostro nelle istituzioni di dare gli strumenti, i fondi, come diceva Paola, di fare tutto quello che c'è per attuali, come diceva anche la Avvocata Longo, però che in realtà sia un po' un dovere di tutti.
E secondo me il progetto di vita è una dimostrazione del fatto che un pezzo di mondo che può sembrare come dicevamo prima distante dal mondo delle persone con disabilità ha deciso di contaminarsi e ha deciso di mettere a servizio le sue competenze, i suoi talenti, le sue capacità per realizzare un desiderio di altre persone. Cioè gli studenti che si occupano di moda hanno messo a servizio i loro talenti e le loro capacità e il loro talento per vestire delle persone con disabilità come loro desideravano. E visto che l'==articolo 3==, il secondo comma dell'articolo 3 della
Costituzione, quando richiama il compito di abbattere tutte le barriere e gli ostacoli che impediscono, la parte che dichiara che l'uguaglianza per essere sostanziale deve avere una proattività nell'abbattimento di tutte le barriere, che è la parte che dichiara di tutte le barriere che gli ostacoli che impediscono.
Le differenze, tutti gli ostacoli che impediscono di avere le stesse opportunità e di partecipare
alla vita civile. Non dice la Repubblica ha il compito. Io lo so che poi se uno va a rivedere
i lavori della Costituente per Repubblica si voleva dire le regioni, lo Stato, le regioni non ce le ha ancora preso a tutti. Però a me piace, visto che la Carta Costituzionale è una cosa che vive, che quella Repubblica fosse importante. Io ho inteso da ciascuno di noi che siamo la Repubblica perché ognuno di noi contribuisce alla Repubblica italiana come un dovere che ricade su di sé.
Allora io voglio lasciare, visto che ci sono tanti ragazzi qui dell'Accademia UAB, perché da loro, come io cerco spesso di dire a tante persone giovani che fanno i lavori più differenti, che loro hanno un appartamento. Che quando uno è giovane si affaccia a un lavoro che può essere il design, può essere fare l'architetto, può essere fare lo stilista, il cantante, l'artista,
qualunque lavoro in particolare quelli che hanno a che fare con la creatività. Voi siete un po' ==costruttori di felicità==, no? Di benessere, come veniva detto prima, di benessere percepito,
perché uno quando si veste come gli piace si percepisce in un certo modo.
Allora se secondo me ognuno nel lavoro che fa percepisse che a parte di quella Repubblica che ha il compito di abbattere le barriere che ci rendono diversi, che impediscono a tante persone di partecipare, probabilmente quella rivoluzione che serve alla politica per dare corpo alle norme arriverebbe più in fretta.
Io questa cosa la dico perché, ripeto, tante volte ho la percezione che dentro le istituzioni non si capisca la carne umana di quello che si fa. Lo vedo per esempio sul tema del progetto di vita indipendente Lombardo, lo diceva prima Paola, il tema della programmazione delle risorse.
Mi è capitato di fare una discussione rispetto a una questione di una persona specifica in cui mi ha spiegato che visto che i finanziamenti finiscono a dicembre, vengono rinnovati, però diciamo che il passo successivo si riesce a ricominciare ad aprile.
Allora da gennaio ad aprile limbo. E io dicevo, scusate però, se parliamo di un progetto di vita indipendente che ha come oggetto per esempio, cioè pagare un assistente personale che aiuta una persona non autosufficiente ad alzarsi, a vestirsi, a lavarsi, ad andare a lavoro. Quella che fa da gennaio ad aprile non si alza, non si lava, non va a lavarsi. E quelli che avevo di fronte, ho detto, ma se a lei uno dicesse che domani da gennaio ad aprile sta a letto, lei come la prenderebbe? Era un po' nervosa. Ci credo che un po'. Io sarei molto nervosa.
Allora lì io ho proprio avuto la percezione del fatto che a volte è come se la persona con disabilità fosse un'entità un po' astratta, a cui si riconoscono dei diritti, si riconoscono dei sostegni, però la sua vita è un po' una roba aliena, un po' diversa. Non ha le stesse esigenze che abbiamo tutti noi, ha delle esigenze un po' così, un po' random, un po' virtuali, che vanno e vengono, che sono diverse. Quindi se io da gennaio ad aprile non riesco a...
Se si arrangerà, ==se ognuno di noi percepisse che chi ha di fronte una persona che davvero fa parte della famiglia umana ed è uguale, e quindi ha lo stesso desiderio di uscire la sera, di andare a un concerto, di innamorarsi, di avere figli, di trovare un lavoro==, eccetera, ma probabilmente noi qui dentro eviteremmo certe discussioni abbastanza... mortificanti, perché lo trovo abbastanza mortificante, dovrei spiegare certe cose.
Forse ci faremmo più carico di far sì che quello che facciamo abbia una ricaduta reale, perché riempiremmo di senso e capiremmo che diversamente davvero sono un po' delle bandiere \di cui tu ti avvolgi e dici, ah io ho portato a casa due milioni di euro, sì, ok, però se poi quei due milioni non corrispondono a qualcosa di reale, sono lo spazio di un posto.
E però anche tutti gli altri, il barista che nel suo barmette solo tra altri espoli in cui devi stare seduto, i ragazzi che disegnano vestiti che magari se sapessero che facendo le giacche con certi spacchi, chi è in carrozzina le può mettere più facilmente, c'è un po' anche di curiosità, di un modo di adattare ragionevolmente, gli ambienti, gli eventi, la vita di tutti i giorni, perché tutti possano partecipare e ripeto, contaminarsi e la contaminazione secondo me porta sicuramente
persone con disabilità a poter esprimere e rappresentare la loro identità, però forse anche gli altri un pochino possono scoprire delle identità, ma un pezzo della loro identità che ignoravano completamente, quindi insomma forse siamo tutti un po' più felici, oltre che civili. Grazie.
### Teresa Bellini
Mamma di una persona con disabilità di 31 anni con disabilità intellettiva gravissima. Consigliera di una fondazione che è la **fondazione Condivivere**, che sta facendo dei [[Progetto di vita]] autonoma e indipendente basati sull'autodeterminazione
e che sta portando avanti veramente con molto successo questi progetti per ognua delle persone con disabilità che fa parte della nostra fondazione. Loro sono soci della cooperativa e della fondazione viene messo in atto un progetto di vita
autonoma e indipendente ma come?
La parola autodeterminazione è bellissima però ci si arriva è il punto di arrivo, ci sono dei processi che devono partire da subito perché **il progetto di vita inizia quando ognuno di noi nasce non deve essere attivato quando il genitore stanco non ce la fa più**.
Ci sono delle buone prassi, iniziative già realizzate, ma sono e posso dirvi soprattutto per la determinazione delle famiglie e dei genitori. La legge per i caregiver è ancora non ha ancora visto luce e posso dire in regione i finanziamenti per i caregiver diminuiscono sempre di più.
Non viene riconosciuta questa figura che è l'architrave del welfare. ([[Caregiver familiare]])
> Non è vero che ci sono diritti uguali per tutti, perché una persona con disabilità che abita in periferia in un piccolo comune non è sostenuta, aiutata come una persona che abita a Milano nel centro, perché ci sono finanziamenti diversi, politiche diverse e questo è una discriminazione a tutti gli effetti.
Tornando al concetto dell'autodeterminazione noi, mettiamo in alto i nostri progetti partendo proprio da una concezione, uno sguardo che è completamente diverso, la persona non è una malattia, non è un deficit, **una persona che ha delle potenzialità, sta a noi scoprire e sollecitare, sviluppare queste potenzialità**. **==Sta a noi creare i contesti che si adattano==** a queste persone e non viceversa.
Non è il ragazzino, il bambino che si deve adattare alla scuola, ma è la scuola che si deve adattare in qualche maniera alle esigenze di questo bambino, perché se no che cosa risulta poi nella scuola, nei cdd, nelle varie strutture? “*Eh ma lui non ce la fa, ah ma lui non è in grado e qui oh magari è diventato aggressivo e quindi non si può fare niente*”. Bisogna capovolgere questa visione perché si può fare e noi davvero nel nostro piccolo ne siamo una reale testimonianza.
Mio figlio è disabile grave, vive da due anni in maniera indipendente,- non vuol dire che fa in maniera
indipendente tutte le azioni della vita quotidiana -, indipendente di pensiero, quel poco che lui riesce a essere in modo tale da autodeterminarsi. Infatti lui ha scelto facendo questo percorso che sottolineo è un processo che non si interrompe mai, lui ha scelto di abitare in maniera indipendente, ha una assistente alla persona.
Tutto questo noi lo reggiamo attraverso una formazione continua, una supervisione di professionisti qualificati continua, questione dovrebbe esserci anche nel pubblico, anche nei servizi, la formazione e l'informazione di quelli che sono i diritti.
### Studentessa
Noi siamo entrati in un mondo un po' che non era il nostro, no? Conoscendo i ragazzi disabili e delle realtà che noi non viviamo quotidianamente. Diciamo che oltre a essere stata una cosa che ci ha dato una spinta creativa, anche per trovare nuove soluzioni creative, ci ha dato anche una spinta un po' emotiva.
Si può andare avanti, si può avere dei desideri e soprattutto la cosa che mi preme dire è che ogni ragazzo, disabile o non, ha degli obiettivi. Come tutti i ragazzi dell'Università IUAD ha degli obiettivi e la cosa importante è non sentirsi dire tu non puoi farlo perché. Ognuno può farlo in qualsiasi situazione, in qualsiasi condizione in cui si trova.
##### Format diretta
- In questa diretta in occasione di…
- affronteremo il diritto all’autodeterminazione delle persone con disabilità
- Troverete nella descrizione gli argomenti che affronteremo per fruire più velocemente il contenuto
- Chiuderò i commenti per non avere scritte sulla faccia dellə miə ospite. Si può però intervenire attraverso le domande, a cui risponderemo alla fine.