I dati più aggiornati che abbiamo sul numero di persone con disabilità in Italia viene da “**[[Conoscere il mondo della disabilità, persone, relazioni e istituzioni]]**” da [[Istat]] (2019) Nell’introduzione compare che nonostante la definizione di disabilità come “interazione di durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali con barriere di diversa natura che possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri” (ONU), ==non è stato ancora elaborato uno strumento statistico condiviso in grado di descrivere l’interazione negativa tra salute e contesto sociale dalla quale scaturisce la disabilità==. > L’Istat, uniformandosi alle direttive impartite dall’[[European Stastical System]], utilizza nelle indagini di popolazione un unico quesito, conosciuto come **[[Global Activity Limitations Indicator (GALI)(2014)]]** (cfr. Appendice 5), che rileva le persone che riferiscono di avere limitazioni, a causa di problemi di salute, nello svolgimento di attività abituali e ordinarie. Ed è a queste persone che ci riferiremo (…), consapevoli della non completa adeguatezza di questa modalità di rilevazione delle persone con disabilità. ### L’evoluzione della domanda di informazione statistica Da [[Conoscere il mondo della disabilità, persone, relazioni e istituzioni]] La [[Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità]] (UNCRPD), che ==impone ai paesi la raccolta di informazioni statistiche per il monitoraggio delle politiche d’inclusione==, ha dato un nuovo impulso al miglioramento e alla diffusione delle statistiche sulla disabilità. Il monitoraggio delle politiche, ma ancor prima la loro definizione, richiede la disponibilità di dati di qualità, che diano conto non soltanto della dimensione del fenomeno, ma anche dei diversi aspetti del processo di inclusione sociale delle persone con disabilità e dei fattori che ostacolano la loro piena partecipazione. Gli strumenti statistici usati per rilevare la disabilità nelle indagini di popolazione devono rispecchiare la definizione illustrata nella Classificazione internazionale sul funzionamento, sulla disabilità e sulla salute ([[ICF]]) pubblicata nel 2001 dall’Organizzazione mondiale della sanità. > Il nuovo concetto di [[Disabilità/Concetti/Disabilità]] (non più attributo dell’individuo ma condizione che si verifica in relazione al contesto che può essere barriera o facilitatore, ndr) è piuttosto complesso da misurare in campo statistico, soprattutto se si punta a sviluppare una misura generale sintetica che possa essere inserita nei censimenti o nelle indagini non focalizzate sulla salute e sulla disabilità e che possa produrre dati comparabili a livello internazionale. ### Perché è importante monitorare e misurare la disabilità? La misurazione della disabilità è importante per diversi scopi: - monitorare la prevalenza e i trends della disabilità nella popolazione - fornire servizi per soddisfare i bisogni, compreso lo sviluppo di programmi e politiche e la loro valutazione - monitorare il livello di partecipazione delle persone con disabilità nella società ==Ciascuno scopo richiede strumenti ad hoc==, e la misurazione di diversi elementi concettuali del modello di disabilità, che lo strumento usato deve essere in grado di rilevare accuratamente. È essenziale, in sintesi, che ci sia un chiaro legame tra lo scopo della misurazione e l’operatività dell’indicatore. ### Difficoltà nella misurazione della disabilità per comparazione internazionale La misurazione della disabilità per scopi di comparazione internazionale sconta anche una serie di problemi metodologici derivanti dal fatto che – sebbene il concetto di disabilità sia universale, dato che tutte le persone possono sperimentare limitazioni funzionali temporanee o permanenti – ==il modo in cui la disabilità viene interpretata e gestista differisce tra paesi e culture diverse==. Mentre la definizione di disabilità e le misure basate su di essa possono essere universali, ==il modo in cui le domande sono interpretate e comprese dagli intervistati è influenzato dal contesto socio-culturale==: il che costituisce forse il principale problema nei confronti transnazionali delle statistiche sulla disabilità Il “World Report on Disability” ([WHO & World Bank, 2011](https://www.who.int/disabilities/world_report/2011/report.pdf)) richiama l’attenzione, tra l’altro, sulla necessità di sviluppare a livello internazionale strumenti di misurazione in linea con l’ICF che siano testati cross-culturally e applicati in modo sistematico e uniforme nei diversi paesi; raccomanda di adottare le “difficoltà nel funzionamento” come approccio alla misurazione per determinare la prevalenza della disabilità nella popolazione e meglio misurare la gravità della disabilità. Tale approccio facilita la produzione di dati comparabili se le limitazioni sono misurate con riferimento ad attività elementari, universali, appropriate all’età dei rispondenti e non influenzate da fattori di cultura e contesto (WHO & UNESCAP, 2008). Il Report ribadisce che i dati raccolti con tali strumenti devono essere standardizzati e comparabili a livello internazionale per l’analisi e il monitoraggio dei progressi nelle politiche sulla disabilità e nell’attuazione della UNCRPD #### Problemi nella misurazione della disabilità e comparazione internazionale Il [[Global Activity Limitations Indicator (GALI)(2014)]] rileva dichiarazioni soggettive potenzialmente soggette a maleinterpretazioni. Questo non ha niente a che fare con il sistema di riconoscimento di disabilità e invalidità (le percentuali di invalidità), che sono in seno ai singoli Stati. Ogni Stato ha regole diverse per il riconoscimento della disabilità. ### [[Strumenti di misurazione della disabilità]] [Eurostat - Information on data (about disability)](https://ec.europa.eu/eurostat/web/disability/information-data#Disability%20prevalence)