Partendo dal presupposto che l’abilismo **è la visione del mondo in cui siamo immersi** e da cui siamo influenzati, che abbiamo appreso dall’infanzia e interiorizzato attraverso usi e costumi, discorsi comuni e dal contesto socio culturale in cui viviamo, non possiamo che partire dalla consapevolezza che siamo tutti abilisti. **Per contrastare l’abilismo dobbiamo anzitutto accettare di essere abilisti**. Prenderne coscienza, così come siamo tutti sessisti, omofobi, razzisti per il contesto socioculturale in cui siamo cresciuti. ## L’abilismo interiorizzato dalle persone disabili > Se una persona disabile non sa cos’è l’abilismo, la sua comprensione della propria esperienza in una società abilista sarà limitata. > - *Elena e Mariachiara Paolini, Mezze Persone 2022* Si comporterà adattandosi e omologandosi al pensiero comune sulla disabilità, magari cercando di mettersi comodo per evitare come possibile sofferenza e disagio nel vivere in un mondo abilista. In maniera inconsapevole, potrebbe agire abilismo, anche verso sè stessa, ricalcando stereotipi, adattandosi a pregiudizi, e utilizzando narrative e retoriche abiliste. Possono essere i meccanismi involontari di chi ha interiorizzato il senso di vergogna verso la propria condizione. > L’abilismo interiorizzato deriva dall’abilismo che le persone disabili ricevono tutti i giorni dall’esterno. Vivere in una società che vede e tratta la disabilità come “altro”, come qualcosa di negativo, come fardello, spauracchio o oggetto di umiliazione, avrà delle conseguenze sull’idea che le persone disabili hanno di se stesse. > - *Elena e Mariachiara Paolini, Mezze Persone 2022* > L’oppressione interiorizzata è il risultato del maltrattamento che subiamo. Non esisterebbe senza la reale oppressione, che è esterna e che forma il clima sociale in cui esistiamo. Una volta che l’oppressione è stata interiorizzata, basta poco per mantenerci remissivi. Coviamo dentro di noi il dolore e i ricordi, le paure e la confusione, la scarsa autostima e le basse aspettative, e li trasformiamo in armi con cui feriamo noi stessi ancora e ancora, ogni giorno della nostra vita. > *- Michelin Mason, Disability Equality in Education, 1990* ## Gli effetti dell’abilismo interiorizzato dalle persone disabili - Desiderio di apparire più normali possibile, minimizzando o nascondendo la propria disabilità, perché essere percepiti come “meno disabili” può garantire un trattamento migliore - Concepire la disabilità come qualcosa da “superare”, da “combattere” o da cui prendere le distanze. Ogni successo diventa una vittoria contro la disabilità, come se la disabilità fosse una condizione da cui riscattarsi - Cercare di compensare la disabilità, come se fosse un difetto da bilanciare - Dimostrare gli esseri brillanti, capaci, prestanti e performativi, cercare di eccellere per dimostrare che valiamo e per contrastare la sottovalutazione - Non sentirsi abbastanza meritevoli o credere di essere di disturbo, non abbastanza, in una sorta di complesso di inferiorità - Sentirsi un peso, giustificare gli abusi su base abilista che vengono subiti - Essere accomodanti, compiacenti, sempre disponibili - Sforzarsi di non ricalcare gli stereotipi della disabilità - Cercare di porsi in una posizione più favorevole agli occhi delle persone non disabili - Tentare di assomigliare al gruppo di maggioranza e cercarne l’approvazione, conformarsi insomma a quella parte di popolazione che la società giudica “normale” - Proiettare idee e pregiudizi abilisti sulle altre persone disabili, per prenderne le distanze > “Non è del tutto colpa sua. Questo modo di parlare di disabilità è il modo che ha trovato per mettere a proprio agio gli altri, è il prodotto di un sistema.” > - blablablind