## Progettare per tutti non deve invisibilizzare la discriminazione delle persone con disabilità
Negli anni, i discorsi sullo [[Universal Design]] hanno finito per citare sempre meno la [[disabilità]]: tale approccio è stato narrato come una mera progettazione di buon senso, votata all’inclusione di tutti i bisogni umani. Mentre nella definizione di Mace la connessione tra Universal Design e categorie marginalizzate era ben chiara, questa enfasi originaria ha finito per diluirsi e poi sparire, generando quello che Aimi Hamraie definisce «discorso neutrale rispetto alla disabilità». **==Smettere di nominare la disabilità contribuisce a renderla invisibile, facendola di fatto scomparire come categoria distinta==**.[^1]
> «confondere ogni imperfezione nell’esperienza dell’utente con la marginalizzazione e la disabilità tratta le identità e i corpi come se non fossero toccate da potere e privilegi».[^2]
Un’interpretazione superficiale e «neutrale rispetto alla disabilità» della [[progettazione universale]] fa passare l’idea che ottenere qualche miglioramento nell’esperienza di un utente «normale» sia un obiettivo sociale di pari valore rispetto al rimuovere la [[abilismo|discriminazione verso le persone disabili]] e gli altri corpi-menti pesantemente marginalizzati.[^1]
> Questo tipo di discorso equipara l’imperativo commerciale di migliorare la user-experience relativa a prodotti e abitazioni delle persone non disabili di classe media all’imperativo sociale e politico di garantire alle persone disabili il diritto di vivere fuori dalle strutture residenziali, trovare lavoro fuori dai laboratori protetti ed essere riconosciute come cittadine e utenti dello spazio pubblico. [^2]
Se il fatto che le persone disabili possano uscire di casa o prendere l'autobus viene considerato uno dei tanti obiettivi legati al benessere collettivo, al pari del sistemare fioriere lungo un viale o scegliere panchine dal design intonato al contesto, abbiamo **==un problema di percezione che avrà un'influenza sulle scelte relative alle priorità della comunità e a dove direzionare gli investimenti==**.[^1]
### Il tema dell’accessibilità come priorità politica
Gran parte delle discussioni sull'accessibilità si fonda su convinzioni implicite riguardo a cosa è prioritario e cosa è sacrificabile. Diversi studi hanno approfondito i conflitti sollevati dai tentativi di rimuovere le barriere: l'accessibilità può entrare in contrasto con interessi economici, preferenze estetiche, modalità organizzative consolidate e così via. Dunque, avere le idee chiare su dove si colloca l'[[accessibilità]] rispetto ad altri interessi pubblici e privati è cruciale per **stabilire le priorità**.[^1]
In questo contesto, **==considerare l'accessibilità un miglioramento sociale tra i tanti o un intervento indispensabile per rimuovere gravi limitazioni alla libertà di alcune persone fa tutta la differenza==**.[^1]
Nominare esplicitamente una specifica categoria sociale - per quanto sfumata e, a suoi estremi confini, quasi indefinibile - e la discriminazione che questa subisce evidenzia come una gestione abilista dello spazio e delle priorità generi una forma di oppressione, non diversa da quelle più note come il razzismo o il sessismo.[^1]
[^1]: Lo spazio non è neutro, Ilaria Crippi, 2024
[^2]: Aimi Hamraie, 2016